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Conosciamo il presidente

Il Montepulciano è un vino che, forse troppo spesso, non ha saputo trovar spazio, restando nell’ombra dei vicini Chianti, Brunello e Amarone. Eppure la sua storia, tradizione e qualità sono portate avanti da decenni con fierezza da cantine il cui nome suona familiare nel panorama enologico mondiale. Abbiamo pensato quindi di esprimere questo concetto tramite le parole del nostro presidente Carlo d’Onofrio, secondo il quale è giunto il momento che il Montepulciano abbia il risalto che merita. Leggete cosa ci ha raccontato di quest’uva e di questo territorio.

Presidente, le premesse sono davvero interessanti: la cantina si trova circondata da vigneti splendidi. Costanti pendenze, aria fresca e pulita e piante sane. Cosa ci dice della Piandimare?

«La Piandimare è una cantina formata da agricoltori e soci che hanno una grande passione per la produzione di Montepulciano. Ci troviamo in un territorio super-vocato potremmo dire, per questa varietà, la quale esprime la massima qualità che possiamo trovare».

Sappiamo che è stata eseguita una attenta selezione massale di piante di Montepulciano. Può spiegarci cosa significa questo?

«Abbiamo lavorato per selezionare un nostro clone con una selezione massale da un vigneto di circa 50 anni che dava un uva eccellente. Con l’ausilio della Vitis Rauscedo siamo riusciti a realizzare la selezione sino ad arrivare ad una vera e propria filiera di sola varietà Montepulciano Piandimare. Tant’è che il viticoltore che deve rimpiazzare le sue viti, ora pianta il clone Piandimare per dare il massimo della qualità».

Cosa significa Piandimare, il nome della località dalla quale la cantina ha voluto trarre il proprio? Un nome che include le parole piana e mare. Ci dica qualcosa di più.

«La cantina era situata in un colle dove in antichità esisteva il mare. Quando la terra è emersa e il mare sceso a valle, il nome è rimasto, quello di un colle bagnato dal mare. Le lascio immaginare cosa significa questo tradotto nel vino ai giorni nostri: mineralità, freschezza, vivacità, equilibrio». 

 

Oltre alla selezione massale e allo scrupoloso lavoro in vigna c’è sembrato di capire che siete molto attenti all’ambiente.

«Certamente! Un nostro obiettivo è portare in cantina uve di altissima qualità per dare grandi vini. Ma la qualità la si fa in vigna, in campagna, attenendosi a delle regole, che siano dettate dalla manodopera o dettate dalla chimica. Cosa intendo: facciamo molta attenzione alle potature che facciamo, ai diradamenti fogliari, alla pota verde. Ma soprattutto facciamo molta attenzione all’ambiente in termini di sanità ambientale.
Stiamo portando avanti dei progetti a residuo zero, chimicamente parlando, e stiamo convertendo l’intera produzione di tutti i conferitori dal sistema di coltivazione integrato al biologico. Quindi cura e rispetto dell’ambiente stesso che ci dona le uve»
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La Sua famiglia da quante generazioni coltiva l’uva e come siete arrivati a questa bottiglia di Montepulciano Maja?

«La mia famiglia svolge questo lavoro partendo da mio nonno prima e mio padre poi, tre generazioni con me di viticoltori. Sono un agrotecnico e negli anni ho sentito che la mia passione si doveva spostare sulla gestione dei vigneti dove l’amore per il proprio lavoro porta a delle soddisfazioni date dai frutti, dall’ambiente stesso e dai produttori. Questa bottiglia per me è un sogno avveratosi in questi anni e in particolare questa è una bottiglia molto importante di Montepulciano dove c’è tanto amore, tanta passione, tanta dedizione che va dai vignaioli fin a tutti i collaboratori all’interno della cantina».

Tre parole con cui definirebbe la Piandimare.

«Uomini, passione per il proprio lavoro e territorio. Non voglio aggiungere altro. Perché innanzitutto di questo c’è bisogno per produrre grande vino».